Presentato durante lo scorso Lucca Comics & Games, il volume raccoglie tutte le storie del vampiro siciliano creato da Recchioni e Leomacs pubblicate fin’ora nel formato pocket da edicola.

Questa edizione è impreziosita dal grande formato, da una nuova cover dei due colori del sangue (rosso di giorno e nero al chiaro di luna) firmata da Leomacs e dall’inedito racconto, fino alla sua data di pubblicazione anche in edicola, intitolato E le foibe? di Gualtieri e Venturi. Un balenottero di 750 pagine che ha come protagonista il manipolatore occulto di alcune torbide vicende della storia italiana.

cover

Pietro Battaglia è un cattivo

L’idea è semplice quanto efficace. Pietro Battaglia era un soldato del Regio Esercito Italiano durante la prima guerra mondiale. Un giovane come tanti. Figlio di padre palermitano e madre milanese. Corporatura robusta, da vero figlio della terra. Mascellone. Spirito combattivo, coraggioso ma non incosciente, al punto da mettere in discussione gli scellerati ordini del comandante Cadorna. Come tanti, avrebbe perso la vita durante il bagno di sangue che è stata la battaglia di Caporetto. L’immortalità e la sete insaziabile di sangue diventeranno invece i suoi unici limiti, perché proprio sulle valli del Natisone si trasformerà in un mostro: in lui non rimarrà traccia alcuna di sentimento o di umana compassione.

Caporetto (Recchioni – Leomacs)

02

Nella prima sequenza di vignette viene messo in scena uno scontro urbano tra manifestanti e poliziotti (il G8 di Genova?). Battaglia appare nelle retrovie e sequestra una donna. E’ già vampiro. Poi lungo flashback nel quale vengono raccontate le sue origini. Magistrale l’uso dei box di testo dove troviamo degli stralci della lettera che il protagonista sta scrivendo dal fronte alla sua amata Ninetta. Dopo la vittoria dell’esercito italiano durante la prima battaglia del Piave, la lettera verrà gettata a terra dal protagonista e non raggiungerà mai destinazione, perché le sue motivazioni verranno meno in seguito alla trasformazione in vampiro. Per il resto: tanta azione resa impeccabilmente da Leomacs e dialoghi diabolici scritti da Recchioni.

La figlia del capo (Monteleone – Des Dorides)

05

Mussolini affida a Battaglia la cura della turbolenta figlia Edda. La vicenda amorosa con il marito Galeazzo Ciano si risolverà nella maniera più imprevedibile. Rimarcabile la caratterizzazione di questi personaggi storici, nei dialoghi come nei gesti. Scrupolosa ricostruzione delle ambientazioni, sia nelle scene di interno che in quelle di esterno, tra Italia, Cina e di nuovo Italia. Inquadrature cinematografiche, tratto realistico e inchiostrazione dark di Des Dorides.

E le foibe? (Gualtieri – Venturi)

07

Tra gli inghiottitoi Carsici dove furono gettati i corpi di numerose vittime italiane sul finire della seconda guerra mondiale, i due autori orchestrano una terrificante storia mai narrata con il nostro vampiro: ironica fin dal titolo (è un tormentone sui social l’esclamazione di indignazione: “E le foibe?”) la vicenda ricorda il film horror The Descent di Neil Marshall. Una cinica pasticca nera, resa ancor più indigesta dal tratto spigoloso di Venturi (è un complimento).

Vota Antonio (Recchioni – Leomacs)

08

Un lupo attraversa le strade del centro di Zarafa, frazione di Picerno, mentre sopraggiunge Battaglia in automobile. Calafronte è il candidato sindaco per la Democrazia Cristiana, Malacozza per il Partito Comunista. Tra le due famiglie non corre buon sangue. Ci penserà il perfido vampiro doppiogiochista a farne scorrere a fiumi da ambo le parti. Una storia pulp, violentissima, che mette alla berlina la falsità e la corruzione di una certa politica, in grado di attecchire persino nei più piccoli dei comuni.

La lunga notte della Repubblica (Gualtieri – Lovelock)

09

La storia si svolge durante gli anni di piombo. Il presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro viene sequestrato da un commando armato. La sua scorta viene fatta fuori brutalmente. Battaglia viene chiamato in causa da zio Giulio per punire in maniera esemplare i sequestratori, ma la vicenda avrà degli imprevisti risvolti politici. Verranno coinvolti anche i servizi segreti americani e conosceremo, sebbene fugacemente, un soldato tedesco che condivide lo stesso dono di immortalità del nostro antieroe. Lovelock documenta il tutto con precisi riferimenti ai luoghi, alle auto e alle divise d’epoca.

Muro di piombo (Masi – Francini)

10

Aeroporto G. Marconi. Bologna 27 giugno 1980. Il nostro prende il volo per Palermo. Il Dc 9 esploderà in volo e i resti verranno trovati al largo di Ustica. Tragedia o complotto per farlo fuori? Poco importa. Battaglia esigerà vendetta e non si fermerà finché non verrà trasmesso il suo messaggio:

“Lo stato fa schifo. E queste sono le mie dimissioni. D’ora in poi lavoro da solo.”

I postumi (Recchioni – Leomacs)

11

Di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Siamo nel 2013 e Battaglia decide di andare a trovare il Divo. Il potere logora solo chi non ce l’ha, e certe verità sono un fardello troppo gravoso da sostenere per chi ha già raggiunto la veneranda età.

Sodoma (Marsiglia – La Bella)

12

Una storia di ordinaria delinquenza si consuma a Napoli, capitale della Camorra e del crimine di strada. Un agguato ai danni della famiglia di Don Raffaele non può essere perdonato, perciò il boss assolderà il vampiro siciliano per vendicare il torto subito. A complicare il tutto si inserisce la mafia cinese, come se già non bastasse Battaglia, che come ben sappiamo lavora in realtà solo per sè. I dialoghi in dialetto napoletano conferiscono realismo alla narrazione, che viene aiutata dal tratto essenziale di La Bella. Chiari rimandi a Gomorra di Roberto Saviano, fin dalla copertina di Leomacs (la trovate in appendice).

Battaglia non piacerà a…

A chi pretende un protagonista positivo, moralmente retto nel quale immedesimarsi. A chi necessita di ricchi apparati redazionali, note e piè pagina che sviscerino i rimandi alla storia italiana e bigino finale per ricordarsi quello che ha appena letto. A chi non riesce a cogliere la differenza tra realtà e finzione (ma in fondo, chi può dire di conoscere la verità?). A chi non tollera che un comprimario entri ed esca senza spiegare chi è e cosa lo spinge a fare quel che fa, sebbene la sua presenza sia funzionale alla narrazione. A chi pretende che 750 pagine si debbano leggere solo in un mese, e provando fatica, per giunta. Perché questo volume va giù veloce come una birra ghiacciata (ma facciamo anche due), ma qualcosa attecchisce in profondità: immagini che scorrono veloci come un film, e si ripetono ancora e ancora come nei peggiori incubi.

 


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